Dimenticate tutto quello che credevate di sapere di Genova e soprattutto tutti quelli che vi hanno detto che a Genova non c’è altro che l’acquario. Sono sicura che nei prossimi 30 minuti anche voi vi innamorerete di questa magnifica città e acquisterà un posto nella lista dei prossimi posti da vedere. Mi capita spesso di consigliare Genova per un weekend toccata e fuga, soprattutto a chi abita nelle zone vicine come Torino o Milano. Mi rispondono sempre :”Nah, Genova? Non c’è molto da vedere”.

Ecco perché ho creato questa piccola guida di un weekend a Genova, voglio raccontarvi tutto quello che vi state perdendo. Due giorni sono pochi per Genova, ma può darvi un assaggio di quello che tutti chiamano “la superba” Un città con una storia importante che ha sempre combattuto per la sua libertà e ha saputo tenere testa a grandi potenze che volevano conquistarla.

Vi racconterò un itinerario incentrato sulla parte vecchia della città, quella parte dove i viaggiatori, i commercianti e marinai di tutto il mondo mettevano piede appena arrivati a Genova.

Giorno 1

Cattedrale di San Lorenzo

Lascio la mia valigia alla residenza Le Nuvole, una residenza d’epoca nel cuore di Genova e a soli 5 minuti dal porto. Il modo migliore per arrivare a Genova, soprattutto da Torino, è in treno. Nel centro storico nella maggior parte delle vie è vietato l’accesso delle macchine e sebbene tanti alberghi offrano parcheggi convenzionati (sui 20 euro al giorno) è comunque un costo da aggiungere al viaggio.

Parto alla scoperta di Genova districandomi tra il labirinto di vie e viuzze, navigare tra i caruggi non è un lavoro da viaggiatori inesperti. Guardando in alto si intravede uno squarcio di cielo, tra i muri dei caruggi il sole illumina le punte degli edifici, soltanto a qualche incrocio di vie il sole taglia il buio dei vicoli e si fa largo tra i palazzi.

Nel centro storico di Genova non saranno molte le piazze che incontrerete, quelle poche volte che i vicoli della città si aprono su una piazza diventano un punto d’incontro per i genovesi e i palazzi e i monumenti più belli si affacciano su di esse. Come la piazza di San Lorenzo che ospita la Cattedrale di San Lorenzo.

Le decorazioni in marmo raccontano storie bibliche e scene di lotta tra animali del circo. Il bianco e il nero nel alternarsi di strisce, dal contorno intorno ai tre grandi portici gotici e fino alla cima della facciata, creano un effetto ottico ammagliante e ricordano quel stile un po marinaresco tipico delle costruzioni riservate alle sole famiglie aristocratiche e potenti di Genova.

La Cattedrale di San Lorenzo nasconde tanti segreti, uno di questi è il cagnolino portafortuna. Bisogna cercarlo attentamente tra le sculture della facciata. La leggenda dice che apparteneva ad uno dei lavoratori che hanno costruito la facciata e dopo la sua scomparsa il suo padrone ha voluto onorarlo inserendolo nei disegni . Si dice che toccarlo porta fortuna, vi avverto non è facile trovarlo, è abbastanza piccolo. Vi do un piccolo indizio, si trova verso la parte destra della cattedrale ad altezza d’occhio.

Esplorate la cattedrale anche all’interno. Con un biglietto di 6 euro potete ammirare le navate bianco nere dall’alto, salendo nella balconata del doge, era proprio da qui che il doge ascoltava la messa domenicale. Il biglietto vi da l’accesso anche al campanile e a quella che prima era la stanza delle campane, oggi purtroppo rimangono solo le funi.

Dalla balconata del campanile avrete una vista su Piazza San Lorenzo, la città e una parte del porto. Sebbene sotto il campanile ci sia il rumore della città , qua su sembra esserci solo il vento e il canto dei gabbiani in lontananza. Sulla grande scalinata si fermano i giovani a chiacchierare e ascoltare la musica, i due leoni ottocenteschi posti ai suoi lati osservano il via vai di gente della piazza e i lunghi aperitivi fino al tramontare del sole.

Pranzo con focaccia

foto focaccia davanti allo specchio

Tutto questo sali e scendi vi ha fatto venire fame?

È arrivato il momento di provare una delle delizie della cucina genovese, parlo ovviamente della regina indiscussa di Genova: la focaccia o come i genovesi la chiamano “la fugassa” Io ne mangerei a quintali, una tira l’altra!

 

Calda, croccante al morso, alta poco più di un centimetro, ben unta con l’olio d’oliva ligure che s’incastra tra i granelli di sale e gli alveoli del impasto, mi fa tornare l’acquolina in bocca ogni volta che ci penso. Si dice che la focaccia sia tanto amata dai genovesi al punto che nel medioevo veniva condivisa anche in chiesa durante i matrimoni come auspicio di prosperità, fino a quando non venne proibito.

 

È difficile trovare a Genova un panificio che faccia una cattiva focaccia, quindi buttatevi nel primo che trovate e provateli tutti, che sia classica, con le olive, con le patate, rosmarino o cipolle. Per sembrare dei veri genovesi non chiedete a etto ma semplicemente “una striscia”. Ricordate una buona focaccia genovese non deve essere gommosa, il bordo la superficie devono rimanere croccanti.

Palazzo Ducale

A pochi passi dalla cattedrale si trova il Palazzo Ducale, un tempo residenza del doge. Oggi ospita mostre d’arte di artisti internazionali e incontri culturali.

Controllate sul sito le mostre d’arte in corso, visitate le sale del Maggior e Minor Consiglio ma soprattutto la magnifica cappella dogale che con i suoi affreschi racconta le imprese gloriose di genovesi illustri. Prendetevi una pausa rilassandovi con un caffè in Piazza Giacomo Matteotti proprio davanti al Palazzo Ducale.

Porta Soprana / Chiostro di Sant'Andrea

Da Piazza Giacomo Matteotti, proseguendo dritto per via di Porta Soprana arriverete a quella che una volta fu la cinta muraria costruita per difendere la città da Barbarossa e la porta d’accesso per tutti quelli che arrivavano da est: porta Soprana. Il nome Soprana deriva dalla parola “superana” indicativo della la sua posizione posta in alto sopra la città,. È chiamata anche porta di Sant’Andrea, il nome del colle sul quale è costruita.

L’aspetto della porta è maestoso, degno dell’entrata di un città potente. Le due torri hanno una forma semicircolare e sui lati della porta ci sono due lastre di marmo con incisioni in latino dedicate ad accogliere i visitatori ma anche a intimorire possibili nemici.

Nell’ottocento quando il convento di Sant’Andrea diventa una prigione anche la Porta Soprana svolge lo stesso ruolo, qui venivano anche sospese le teste dei condannati. In passato la porta era circondata da edifici e botteghe, il quartiere del Ponticello, ma subisce all’inizio del novecento un grande intervento di riqualificazione.

A pochi metri non perdetevi il Chiostro di Sant’Andrea, l’unica struttura rimasta del convento di Sant’Andrea. È interessante sapere che questa non è la sua posizione originale, infatti fu smontato, recuperato dal convento e riposizionato qui. Il convento di Sant’Andrea fu un monastero benedettino femminile, ci abitavano monache che appartenevano alle più ricche della città e sebbene la chiesa avesse un ruolo parrocchiale allo stesso tempo amministravano un grande patrimonio di terre e ricchezze. Questa ricchezza si percepisce nella bellezza del chiostro, costruito in marmo bianco con le scene del mondo pastorale, quello agricolo e cavalleresco che minuziosamente decorano il chiostro.

A guardarlo così, in mezzo ai palazzi moderni, sembra preso da un mondo fiabesco e catapultato nel trambusto della città. L’effetto Instagram è assicurato. Il chiostro è recintato ed è aperto dalle 9-17, l’ingresso è gratuito.

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MOG / Visita guidata prodotti locali

Sono molto entusiasta di raccontarvi la prossima tappa. Di solito non prenoto mai visite guidate, mi piace esplorare e scoprire una città a modo mio, ma ho visitato Genova grazie alla promozione “Genova cogli l’attimo”, insieme a una notte gratuita e al il city pass potevo anche scegliere un’esperienza con una guida locale. Potete capire la mia gioia quando fra le opzioni c’era anche un’esperienza culinaria, una visita guidata al mercato orientale per scoprire i prodotti e i piatti della cucina genovese. Il punto d’incontro è davanti alla Chiesa di Nostra Signora della Consolazione in Via XX Settembre.

Arriva anche la nostra guida, Paola che ci viene incontro salutandoci con un grande sorriso. Arriviamo al Mercato Orientale dove ci racconta che il nome non ha nulla a che vedere con i prodotti orientali ma semplicemente è riferito alla sua posizione rispetto alla città. Il MOG, mercato orientale di Genova, è stato aperto nel 1899 in quello che era l’antico chiostro, mai terminato, del convento annesso alla chiesa della Consolazione.

È diviso in due parti, una dove trovate le bancarelle con prodotti locali, frutta e verdure e ovviamente i banchi del pesce e un altra, introdotta nel 2017, con un food court ovvero piccoli ristoranti con un’offerta di cibo variegata, come la tipica focaccia o specialità di pesce e addirittura cucina messicana. Ve lo consiglio se siete a Genova, si crea proprio un bel ambiente intorno ai locali ed è perfetto anche per fare aperitivo dopo una giornata a esplorare la città. Torniamo a noi, la nostra esperienza tra le bancarelle del mercato prosegue. Paola ci racconta come la cucina genovese, vista la difficoltà nel coltivare frutta e verdura per la sua posizione collinare, si concentri molto sull’uso di erbe aromatiche che crescono spontaneamente.

Una di queste erbe è ovviamente il basilico. Vi dico che non avete mai assaggiato un vero pesto se non è stato fatto da un genovese. Paola ci ha portati alla sua bancarella preferita, dove non solo ci ha svelato la sua ricetta personale ma ci ha anche fatto fare un assaggio di focaccia e pesto. Una vera delizia ! Non dimenticate di comprare qualche vasetto di vesto da portare a casa e da regalare agli amici. Oltre al pesto ho scoperto tanti altri prodotti locali come la marmellata di rose, le torte salate e il pane dei mariani, le gallette. Dopo la visita al mercato, torniamo in via XX Settembre e Paola ci racconta i dolci della tradizione ligure e i suoi locali storici.

Ci ha anche regalato delle piccole bustine con di basilico come souvenir. Che dire avete sicuramente capito che è un’esperienza inaspettatamente magnifica. Ve la consiglio! L’associazione che si occupa di organizzare l’esperienza culinaria al mercato orientale si chiama Creativando. Prenotate con qualche giorno in anticipo, vi lascio qui il link al loro sito : Creativando

Cavour Modo 21

L’esperienza culinaria alla scoperta della cucina genovese continua con la cena al Cavour 21 . Un piccola trattoria vicino al porto. Non accetta prenotazioni, chi prima arriva prima mangia. Il servizio è veloce, non aspetterete più di 15 minuti per sedervi al tavolo. È il posto perfetto per assaggiare tanti piatti tradizionali della cucina ligure mangiando molto bene senza spendere tanto.

A me è piaciuto molto, infatti ci sono tornata una seconda volta. Se vi siete dimenticati di comprare il pesto dal mercato orientale, qui hanno un angolo vendita destinato ai vini locali, pesto fatto in casa e tante altre salse.

Banano Tsunami

Con il sole che tramonta la passatoia del porto inizia ad animarsi e la ruota panoramica si illumina.

Chiudete la giornata con una passeggiata lungo il porto e un cocktail con vista sul mare di Genova e sul porto al Banano Tsunami. Credo abbia la vista più bella . È anche un’ottima alternativa per una cena un pochino più elegante. Per cenare qui vi consiglio di prenotare un tavolo ai bordi della piattaforma.

Giorno 2

Piazza de Ferrari / Boccadasse

Il secondo giorno ho deciso di fare qualcosa di diverso. Alle 7 del mattino ero già fuori dal albergo. Perché cosi presto? Per una colazione con cappuccino e focaccia in riva al mare. Non temete non vi porterò a fare colazione al porto ma in un posto che secondo me è uno dei tesori nascosti di Genova, il quartiere di Boccadasse!

Passiamo prima da piazza de Ferrari che a quest’ora del mattino vi consentirà di godere della sua bellezza senza il trambusto delle ore di punta. Questo perché piazza de Ferrari è vista come il cuore della città, la piazza dove darsi appuntamento e la pizza dove mangiare un gelato seduti intorno alla monumentale fontana circolare in bronzo che rinfresca l’aria calda estiva.

È il punto d’incontro tra quello che sono le due anime di Genova. Da un lato i carrugi, la parte vecchi della città con le sue piccole botteghe, angusti spazi e ritmi lenti e dall’altra la zona liberty, sede della “city” con i suoi ritmi frenetici, ampi corsi porticati e pavimentazioni di marmo sui quali si affacciano palazzi simbolo dello stile liberty come quello della Borsa. Mi fermo per fare qualche foto. A quest’ora il sole inizia piano piano a illuminare la facciata del palazzo della Borsa , devo ammettere ho un debole per il fascino dello stile liberty.

Proseguiamo il nostro viaggio verso la misteriosa colazione con vista prendendo il bus 42 nella vicina Via Dante, dopo 12 fermate scendete a Cavallotti 1/DE Gaspari e proseguite verso via Boccadasse per arrivare alla piccola spiaggia di Boccadasse.

Non crederete ai vostri occhi, un antico borgo marinaio che sembra essere rimasto sospeso nel tempo. La spiaggia di ciottoli rende il mare cristallino e il sole splende sulle casette colorate pendenti sul mare, una vista da cartolina. La cosa particolare è che non si tratta di una conservazione del luogo per uso turistico ma è un borgo vero e abitato e i pescatori ancora continuano con la loro attività.

Ecco perché vi ho detto che questa non sarà la solita colazione ma una tipica colazione genovese : focaccia e cappuccino immersi nella bellezza mattutina del borgo di Boccadasse.

Fare colazione in riva al mare dove a sentirsi sono soltanto le onde infrangersi sulla spiaggia è per me una delle cose più belle al mondo. I meno mattutini possono venire tranquillamente anche più tardi, non è ancora un posto conosciuto da molti. Ci sono vari ristoranti molto carini ad accogliervi anche in orario di pranzo. Portate il costume da bagno e un telo da mare per un pomeriggio di relax lontano dalla città.

Sottoripa / Friggitoria Carega

Ritorno a Genova giusto in tempo per un altro grande classico della cucina ligure, il fritto di pesce. Voglio provare la storica Friggitoria Carega, ho sentito dire che uno dei fritti migliori di Genova. La sua posizione ci porterà a esplorare anche un altra tappa di Genova : Sottoripa.

Sottoripa è la zona porticata dove i camalli scaricavano le merci dalle navi, era il primo punto di contatto con la città di tutti commercianti. Con il tempo qui si sono create botteghe di spezie e prodotti da tutto il mondo e con i suoi 900 metri di copertura sono i portici più antichi d’Italia. Il nome Sottoripa letteralmente significa “sotto la riva” vista la sua vicinanza con il molo che un tempo era proprio a pochi metri dai portici. Rappresenta un importante pezzo di storia della città, il commercio, che ha reso Genova una città ricca e potente.

Le persone del posto dicono che Sottoripa non è più quella di un tempo, tante botteghe hanno chiuso e la sera può diventare una zona poco sicura, ma ve la consiglio di giorno almeno per provare il cono dalla Friggitoria Carega in via Sottoripa 113r che da oltre settant’anni ha fatto del fritto di pesce una vera istituzione.

Il locale è piccolo, le mattonelle bianche che ricoprono i muri, il bancone bianco e rosso, qualche sgabello per chi vuole mangiare un fritto al volo e le foto di generazioni passate, riportano in mente il fascino delle tipiche botteghe italiane di una volta.

Sotto le vetrina del bancone c’è l’imbarazzo della scelta, ci sono le alici, i calamari, i pignolini, i gamberoni, i moscardini, ma anche le torte saltate e la focaccia. La cosa bella è che non dovete per forza scegliere, prendete un cono misto per provare tutto. Volete sapere il segreto del loro fritto? I loro fornelli non vanno a gas ma a carbone, come si faceva una volta. Lasciatevi tentare da tutte le loro delizie.

Musei di Strada Nuova / Palazzo Spinola

La prossima tappa vi lascerà senza parole. Immaginatevi di passeggiare tra splendi giardini con fontane e ninfei , immaginatevi contemplando la magnificenza di ampi saloni addobbati di affreschi uno più bello dell’altro e impreziositi con collezioni di pregio e arredi lussuosi, passeggiando tra palazzi regali dalle facciate sfarzose.

La cosa più bella? Non dovete solo immaginarlo a Genova potete viverlo, perché vi trovate proprio in quello che una volta era chiamato “il salotto d’Europa”. A Genova venivano ospitate le feste più maestose e alla moda d’Europa, personaggi illustri di tutto il mondo alloggiavano qui.

Grazie al commercio e alle abilissime doti dei genovesi a gestire il denaro, le famiglie genovesi più ricche come i Lomellini, i Grimaldi, i Spinola e sopratutto i Doria hanno modellato il quadro architettonico della Genova rinascimentale facendo a gara a chi costruiva gli edifici più sontuosi e lussuosi. Genova diventa cosi “il salotto d’Europa” quando con un Decreto del Senato viene istituito il sistema dei Rolli, un sistema che catalogava i palazzi di pregio e in base alla loro magnificenza i proprietari ospitavano, a turno, visite di stato. Più era bello più saliva il rango dell’ospite in visita. Ancora oggi tanti sono privati ma alcuni sono diventati musei e aperti al pubblico tutto l’anno, è il caso dei Musei di Strada Nuova, una tappa da non perdere se vi trovate a Genova. Inoltre ogni anno a Genova ci sono i Rolli Days, i giorni in cui tanti palazzi privati vengono aperti al pubblico per la visita. Le date cambiano ogni anno, guardate qui per aggiornatemi . Scoprite di più sui Rolli Days grazie all’app “Palazzi dei Rolli”, navigate tra i 42 palazzi dei Rolli dal 2006 Patrimonio UNESCO.

Purtroppo quando ho visitato io Genova, il Palazzo Rosso era chiuso per ristrutturazione, quindi me ne sono approfittata del tempo rimasto per visitare la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

A differenza dei Musei di Strada Nuova la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola conservano intatti ancora molti di quelli che erano gli spazi della vita di tutti giorni, come le cucine storiche, le sale da pranzo che sembrano pronte ad accogliere gli ospiti e lussuosi ambienti abitativi dell’aristocrazia genovese. Galleria Nazionale di Palazzo Spinola vi conquisterà con il suo fascino barocco. Assolutamente da non perdere la Galleria degli Specchi, al secondo piano.

Belvedere Castelletto / Il Calice

Non c’è modo migliore di finire questo weekend che con un aperitivo con una vista senza uguali su tutta la città. Dove? Al Belvedere Castelletto.

Da piazza Portello attraversando la galleria d’entrata fermatevi ad ammirare le piastrelle con decorazioni in stile liberty, se avete il city pass non c’è bisogno di acquistare un altro biglietto, altrimenti il costo è di 1,5 euro per salire con l’ascensore al belvedere. Si sale per 57 metri e le porte dell’ascensore si aprono su una piccola sala d’attesa dallo stesso stile liberty della galleria, i raggi caldi del tramonto si intrufolano tra le vetrati verdi e rosse.

Al Calice un aperitivo o anche solo un calice di vino bianco è d’obbligo. Chiudete il weekend ammirando la città dal alto, con il sole che tramonta, la luce dorata che circonda il belvedere e l’atmosfera rilassata e gioiosa dell’aperitivo. Non c’è momento più rappresentativo della “dolce vita “che questo.

E po’ una vista a 360 gradi su Genova la superba. Il rumore del mare, il porto, le navi in partenza, il canto dei gabbiani si fondono con i rumori della città, con le sue strade, i suoni dei clacson e il brusio della sua gente, i suoi odori di pescato appena fritto e di focacce appena sfornate. Guardando il mare in lontananza puoi quasi capire quella gioia che i genovesi provavano nel vedere la loro amata terra al ritorno da un viaggio.

xoxoMeddy-Sunshine&GoodVibes