Come dice anche il cartello “Er più mejo panino de Roma” !

Lontano dalle trappole per turisti e dai giganti menu esposti davanti ai ristoranti si nasconde nel mercato di Testaccio, il paradiso dei panini romani. Man mano che ci allontaniamo dalla magnificenza del Colosseo, dalla ineguagliabile bellezza della fontana di Trevi e da quel senso di “dolce vita” che tutti quei film nostalgici raccontano della  “Roma La Splendida” ci avviciniamo a alla “Roma la vera”, quella vissuta e meno fotografata. 

Da un lato della strada il Lungo Tevere, dall’altro il quartiere di Testaccio, il bus 75 apre le porte.Sono le 10 del mattino, metà agosto, fa già troppo caldo. Di turisti da queste parti non se ne vedono tanti. Rimetto sul navigatore le indicazioni, dalla fermata al mercato sono circa 7 minuti a piedi.Il quartiere di Testaccio non è lontano dal centro ma è nella maggior parte dei casi lontano dalle liste delle ”cose da vedere a Roma “ di chi visita la capitale per la prima volta. 

É vero a Roma di cose da vendere c’è ne sono tante, infatti il Testaccio è forse più una tappa da “seconda volta a Roma”. Quando ormai hai già espresso i tuoi desideri alla fontana e hai già provato anche la caccio e pepe dal Osteria la Fortunata. Solo allora sarai pronto ad avventurarti più in là, dove la vita dei romani continua ogni giorno tra una chiacchiera al bar o la sosta davanti alla farmacia per lamentarsi dell’ultima visita dal medico. 

Scopro su wikipedia che il quartiere deve il nome alle cosiddette “testae”, cioè le anfore, che venivano buttate qui assieme a del calce una volta svuotate del contenuto presso il vicino Porto Fluviale (in zona Ostiense) e non più utilizzabili. Si crea così il Monte Testaccio o come viene chiamato dai romani Monte dei Cocci.

Nel quartiere ci sono ancora le insegne di marmo dei negozi storici, la sua anima popolare si mescola con edifici volutamente moderni come il Mattatoio o quello del mercato di Testaccio.

Quest’ultimo, è bianco, con travi di metallo, un tetto di vetro che diventa blu nei giorni col sole e tante piccole box che tirano su la grigia saracinesca di metallo in attesa di clienti, che siano i romani che comprano frutta e verdura fresca o turisti dispersi come me alla ricerca di un’esperienza di street food.

Questo ci porta al motivo di tutto questo racconto : il box 15 o come a me piace chiamarlo “la cucina Romana in un panino “. Il Mordi e Vai è semplice sia nel aspetto che nella sua proposta ma come si usa dire “sono le cose semplici quelle più straordinari”. Il box 15 sa di romanità, l’odore delle ricette tradizioni si fa sentire non appena ti avvicini al bancone. Nelle vaschette di metallo ci sono le ricette romane che tutti devono provare almeno una volta nella vita.

Adesso cosa prendo? Vado con la scottona alla picchiapò o con la vitella caccio e pepe? Ma poi c’è anche la trippa alla romana, scottona alla matriciana e il piatto forte allesso di scottona con cicoria. Vi viene già l’acquolina ? Se vi dicessi che prima di farcirla la ciabatta di pane fa anche un salto nel brodo, per rendere la mollica più succosa.State già cercando i biglietti per Roma?

Per chi non conoscesse il bollito alla picchiapò, vi potreste confondere a credere che sia un classico spezzatino, invece no è una ricetta di recupero. La carne lessa viene cotta per il brodo e resta dura dopo la cottura, per non buttarla viene sfilacciata con le mani  e ripassata in uno stufato di cipolle e sugo di pomodoro. Il sugo imbeve la mollica di rosso, saporitissimo, succosissimo con la carne a sfilacci che si scioglie in bocca.Ogni morso invoglia al prossimo.Mi è

Stando alle recensioni online durante l’ora di punta (12:30-13:30) si crea un’importante fila e ne capisco la ragione. Se le file vi scocciano venite prima e portate via i nostri panini da mordere su una panchina, col sugo che cola mentre contemplate il pensiero della bella vita guardando il Tevere. 

Che dire da Mordi e Vai è una panino che vale il viaggio !