Ho sempre visitato le Isole Canarie durante la stagione invernale. Mettere in valigia pantaloncini, vestiti e costumi da bagno a gennaio abbandonando il freddo di Torino è una sensazione a dir poco magnifica per me. Se cercate un posto dove poter godere di temperature calde tutto l’anno, spiagge a non finire di sabbia dorata e acqua cristallina ma anche tante attrazioni naturalistiche allora Lanzarote fa al caso vostro. Devo confessarvi una cosa...Lanzarote è la mia isola preferita tra le Canarie e grazie alla guida di 4 giorni a Lanzarote sono sicura che diventerà anche la vostra preferita. Scoprite il perché...
Giorno 1
Punta del Papagayo e Playa Papagayo
Iniziate la vostra prima giornata con una vista impressionate dello strapiombo di Punta Papagayo . Si trova a sud dell’isola, all’interno del Parco Naturale Los Ajaches ed è raggiungibile in macchina in all’incirca 40 minuti da Arecife (capitale). Superata l’entrata del parco (per entrare con la macchina si paga 3 euro) proseguite sulla strada sterrata finché troverete il parcheggio. Una volta parcheggiati riuscirete già a vedere la Punta della costa. Seguite il percorso a piedi che vi porterà in cima alla scogliera. Ai piedi della scogliera c’è la spiaggia di Papagayo, sabbia fine e dorata con un mare limpido e turchese.
Passare la prima giornata a Lanzarote esplorando le spiagge della costa sud è secondo me l’inizio perfetto di una vacanza, vi aiuterà a immergervi e adeguarvi ai ritmi rilassanti e lenti dell’isola. Le spiagge in questa zona dell’isola sono a mio parere le più belle, infatti se lo scopo della vostra vacanza è principalmente godere di rilassanti giornate in spiaggia vi consiglio di cercare un alloggio in questa zona dell’isola.

Playa Mujeres
Vi suggerisco questa zona anche perché le principali spiagge sono a ridosso delle scogliere e quindi sono riparate nelle giornate ventose. Non sono spiagge attrezzate, perciò non ci sono bagni o docce ma a qualche centinaio di metri da spiaggia Papagayo c’è un bar per comprare bevande fresche o bere qualcosa guardando il tramonto.
Andando sempre durante la stagione invernale non ho trovato le spiaggia particolarmente affollate, se per caso Playa Papagayo dovesse essere troppo piena spostatevi a Playa Mujeres, a soli 5 minuti di macchina. Playa Mujeres è molto più grande e scenografica ma tenete presente che è anche più selvaggia e non c’è neanche un bar vicino, quindi portatevi già da bere e mangiare.

Giorno 2
Salinas Janubio
Dopo una giornata di pieno relax in spiaggia, il secondo giorno ho scelto di dedicarlo alla scoperta delle bellezze naturali dell’isola. È stato proprio questo che mi ha colpito dell’isola. Ci sono tantissime attrazioni da visitare e il paesaggio non è mai monotono, cambia parecchio in base alla posizione sull’isola.
La prima tappa è Salinas Janubio nel comune di Yaiza, qui ogni anno vengono estratti fino a 15 mila tonnellate di sale. Il paesaggio è unico nel suo genere, ci sono enormi vasche quadrate dai colori aranciati e rosati, circondati dalle creste vulcaniche del Timafaya. Un paesaggio dai colori vibranti che brilla sotto i raggi del sole. Il parcheggio è proprio vicino alle saline e dall’alto potete ammirare le saline anche senza dover fare una visita, ma se volete scoprire di più sulla storia dell’estrazione del sale sul sito c’è la possibilità di prenotare una visita guidata. Qui il link per prenotare : Salinas Janubio

La Caleta del Janubio si è formata in seguito alle eruzioni vulcaniche del 1730-36. Le Saline del Janubio sono una zona protetta non solo perché sono un’opera di ingegneria dell’estrazione del sale più importante del mondo ma anche perché questa laguna è rifugio di varie specie protette di uccelli. Oggi sono rimaste soltanto due saline a Lanzarote, quella del Janubio e Los Agujeros ma agli inizia del XX secolo erano presenti ben 24 saline, create per rispondere principalmente alle esigenze di conservare il pesce. Alle saline del Janubio c’è anche un piccolo negozio dove acquistare dei souvenir per i vostri amici.
Los Hervidores

Ci spostiamo 16 km verso nord per visitare la scogliera di Los Hervidores. La parola spagnola “hervir “significa bollire, ed è proprio questa l’impressione che si ha una volta arrivati lì. Il tratto di costa si è formato in seguito a colate di lava che si sono solidificate a contatto col mare. Lo scenario naturale che si crea è davvero impressionante. Sulle alte scogliere rocciose vulcaniche si infrangono con impeto le maestose onde dell’oceano Atlantico formando una densa schiuma bianca come in un’enorme pentola in ebollizione.
Qui l’artista principale è l’oceano che con la sua forza naturale ha scolpita la roccia creando un labirinto di grotte e un disegno che ricorda l’inferno dantesco. C’è un piccolo percorso da seguire per arrivare a un balconcino di lava da dove si può osservare da vicino la grotta sotto la scogliera, fatte attenzione alle rocce ai lati del percorso sono appuntite e taglienti. L’ingresso è gratuito.

El Golfo
A pochi chilometri di distanza arrivando a El golfo noterete da subito quanto sia diverso il paesaggio in confronto a quello della costa sud visitata ieri. Le spiagge sono di origine vulcanica e la sabbia e di un nero scuro intenso, le onde sono decisamente più alte e il vento si fa notevolmente sentire. Il golfo è un piccolo borgo marino con case e ristoranti a ridosso dell’oceano. Sebbene sia conosciuto principalmente per il Charco de Los Clicos (lago verde) che vi racconterò dopo, un’esperienza assolutamente da non perdere è fare pranzo in uno dei ristoranti con vista sull’oceano.
Io ho provato il polpo alla gallega e mangiare del l’ottimo pesce fresco con una vista pazzesca sull’oceano con sottofondo il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia è stato per me impagabile. Se volete avere il tavolino in prima fila venite prima delle 12 e prenotate un tavolo, vi assicuro che comunque anche quelli in seconda fila valgono il viaggio. Fatto il pieno di polpo sulla piastra e fritto di pesce, ci incamminiamo verso la prossima meta…il lago verde, vi lascerà senza parole.
Charco de los Clicos (Lago Verde)
Quando faccio vedere le foto ai miei amici del lago verde la prima domanda che mi viene fatta è…”Era davvero così verde?” Si, è proprio così! Questo piccolo lago di acqua salata ha un colore verde smeraldo intenso accentuato ancora di più grazie allo sfondo di ciottoli neri della spiaggia. La formazione del lago è dovuta allo sprofondamento su sé stesso di un antico cratere vulcanico nel quale è entra l’acqua marina, grazie ai sali minerali di origine vulcanica gli organismi vegetali marini sono riusciti a sopravvivere. La zona è protetta, potete ammirarla seguendo una piccola stradina a sinistra del Golfo che vi porterà al belvedere sopra il lago.
A creare un paesaggio quasi alieno è anche il forte contrasto tra la laguna verde e il blu intenso dell’oceano, tutto incorniciato dalle creste della Montaña de El Golfo. Il suo colore è dovuto ad una particolare alga presente nell’acqua, la Ruppia maritima. Viene considerato uno dei simboli di Lanzarote quindi preparatevi a dover aspettare qualche minuto per arrivare nel punto centrale del belvedere, l’entrata è gratuita.
Timafaya
L’ultima tappa della giornata è il Parco Nazionale Timafaya. Con ben 25 crateri, l’eruzione del 1730-36 è considerata la seconda più importante al mondo dopo quella di Lakagigar del 1783 in Islanda. La fessura durante l’eruzione fu di ben 14 km e le colate di lava percorsero distanze fino a 20 km. Il Timafaya è l’unico cratere del parco che mostra ancora segni di attività. A febbraio c’era pochissima fila per entrare ma se andate durante l’alta stagione, visto che è l’attrazione principale dell’isola vi consiglio di arrivare presto. La visitata al parco per ovvie ragioni è sempre guidata. Si parte in gruppo con il bus del parco per quella che viene chiamata “Ruta de los Vulcanes”. Il percorso è lungo 14 km, durante la visita la guida spiga i vari tipi di formazioni vulcaniche. La vista in vari punti della strada è a strapiombo sui crateri e vista l’altezza del bus ti sembrerà di cadere da un momento all’altro.

La vista in vari punti della strada è a strapiombo sui crateri e vista l’altezza del bus ti sembrerà di cadere da un momento all’altro. I colori rossicci e aranciati ricordano senza dubbio il paesaggio di Marte, sarà come stare su un altro pianeta. Sebbene l’esperienza sia stata carina, non amo molto le visite fatte col autobus ma se preferite qualcosa di tranquillo e veloce, è l’opzione giusta per voi. All’entrata non viene spiegato bene che c’è la possibilità di fare anche delle escursioni guidate a piedi. Se anche voi come me preferite un escursione dove potete immergervi nel contesto, chiedete delle “Rutas Interpretativas”. Sono escursioni a piedi che creano un contatto diretto e più profondo col parco. Ci sono due itinerari: “La Rotta di Tremesana” circa 3 km con una difficoltà bassa e la “Rotta de Litoral” che è lunga 9 km e ha una difficoltà maggiore. Provate uno di questi e percorsi non dimenticatevi di taggarmi con #passport&spaghetti , così potrò vedere i vostri viaggi!
Giorno 3
Mirador del Rio- Punto panoramico

Iniziamo la giornata nel migliore dei modi, con una colazione con vista mozzafiato dal Mirador del Rio sulla costa nord e sull’isola della Grasiosa. Creato da Cesar Manrique, la struttura architettonica è posizionata a 474 metri di altezza in cima al Promontorio di Famara e rispecchio a pieno la concezione dell’artista nell’unire arte e natura. L’edificio si mimetizza nella natura, nascosto nella roccia nei pressi di una vecchia batteria militare. L’enorme vetrata del bar che circonda tutta la stanza segue una forma convessa simile all’occhio umano per enfatizzare la vista panoramica del mirador.
All’esterno della sala bar c’è un balcone per ammirare la vista e potete anche salire sul tetto per una vista 360 del paesaggio. Ai piedi della scogliera ci sono anche le Salinas del Rio, le più antiche saline dell’isola. Devo dire che è stata una delle colazioni più spettacolari che io abbia mai fatto, una tappa che vi consiglio di non perdere a Lanzarote. Il vento è molto forte, portatevi una giacca antivento e lasciate i vostri cappelli in macchina. Negli orari di punta può essere affollato, ma non dovete preoccuparvi, ho la soluzione giusta per voi….
Mirador de Guinate

Se il Mirador del Rio non fa al caso vostro e preferite un luogo meno turistico senza pagare l’ingresso, ho un luogo segreto che fa per voi. Dista soltanto 5 minuti di macchina da Mirador del Rio, ma non è raggiungibile con i mezzi pubblici, cercate sulle mappe il Mirador de Guinate. Per arrivare bisogna tornare indietro sulla LZ-201 e prendere la piccola stradina sulla destra chiamata Calle la Majadita, alla fine della strada si trova il Mirador de Guinate. La vista sulla Grasiosa non ha nulla da invidiare a quella del Mirador del Rio, troverete veramente poche persone che conoscono il posto e non dovete aspettare in fila per avere una foto panoramica. Il Mirador de Guinate non ha nessun tipo di recinzione perciò fatte attenzione a non spingervi troppo per una foto perfetta.
Cuevas de los Verdes
Da viste panoramiche passiamo a tunnel vulcanici sotterranei, Lanzarote non smetterà mai di stupirvi. Cuevas de los Verde sono il risultato dell’eruzione del vulcano Monte della Corona. Scendendo lungo il pendio la lava scavò un canale profondo nelle rocce basaltiche (permettono alla lava di scorrere sotto una superficie già raffreddata), la parte di sopra si solidificò e creò un labirinto di tunnel vulcanici di ben 7 km, il tratto più lungo al mondo di tunnel vulcanici. Cuevas de los Verdes è un tratto di questo tunnel, di cui un km è visitabile. Il tour è guidato (disponibile in spagnolo o inglese) e dura all’incirca 40 minuti, il percorso è stato creato dagli artisti Cesar Manrique e Jesus Soto mettendo in risalto con giochi di luce i colori delle rocce e la sua maestosa ampiezza. È talmente grande che c’è addirittura una stanza chiamata il “Salone delle Conferenze” alta ben 50 metri e larga 15 che viene utilizzata per concerti di musica classica grazie alla sua perfetta acustica
Lasciatevi stupire da questo viaggio nella profondità della terra, ammirate i colori rossicci, aranciati e verdoni di ogni cunicolo e cavita. Non fatevi ingannare dal nome, los verdes non c’entra niente con il colore del tunnel. Il nome, come vi spiegherà la guida, deriva da una comunità antica che si rifugiò qui per proteggersi dagli attacchi dei pirati. A fine percorso c’è una sorpresa divertente che vi lascerà a bocca aperta, non posso svelarvi di cosa si tratta, a tutti i visitatori viene chiesto di mantenere il segreto! Credetemi è molto meglio vederlo di persona…
Piscine naturali de Punta Mujeres
Finite la giornata con un bagno alle piscine naturali di Punta Mujeres, si trovano nel piccolo villaggio di Haria, circondate dalle tipiche casette bianche con porte verdi, qui potete godere di una rilassante giornata al mare senza preoccuparvi dalle onde troppo alte dell’oceano. Ci sono due piscine, la più piccola è più protetta dalle onde del mare, invece la piscina grande ha qualche apertura verso il mare. I muri che circondano le piscine sono di formazione naturale vulcanica, l’unico intervento artificiale sono due scalinate di metallo che sono d’aiuto per entrare e uscire dalla piena con facilità.

Qui ho una piccola chicca per voi. Dopo il bagno prendete da mangiare al bar di fronte, si chiama Bar la Piscina. Da fuori sembra un piccolo baretto che offre soltanto bevande, ma non fatevi ingannare dell’apparenza. Al suo interno il bancone è pieno di prelibatezze della cucina locale. È uno di quei posti che ti fa innamorare della sua autenticità e ti trasmette l’atmosfera locale dell’isola. Maggiormente frequentato dalle persone del posto, le porzioni sono molto abbondati e la qualità del cibo è sopra le aspettative.
Pesce fresco, ricette tradizionali ma soprattutto…sentite questa…si mangia sul muretto vicino alla piscina. Il bar ha anche qualche tavolino esterno, ma se vi sentite più avventurosi portate i piatti sul muretto. Con una birra fredda al tramonto è il finale perfetto di una giornata. Assolutamente da provare “il cabrito” e le capesante con mojo.
Giorno 4
Mercato di Teguise
Una tappa che non può mancare se vi trovate a Lanzarote di domenica è il mercato di Teguise. Pieno di bancarelle di artisti locali, street food e negozietti di souvenir, è il mercato più grande all’aperto dell’isola. Sebbene ci sia tanta gente, l’atmosfera è quella di una domenica in festa sull’isola, ci sono artisti di strada che suonano e cantano, l’odore del polpo sulla piastra invade le vie tra le bancarelle e le persone visitano con calma le bancarelle di souvenir.
Le opzioni per souvenir da portare a casa non vi mancheranno, dai sigari fatti a mano, collane e bracciali con rocce vulcaniche, infinità di portachiavi e calamite arrivando fino ai collari per i vostri amici a quattro zampe personalizzabili con il loro nome (io ho comprato una collana rosa per Mango) . Il parcheggio vicino è a pagamento ma se vi allontanate qualche centinaio di metri c’è un enorme parcheggio gratuito a 5 minuti a piedi dal centro.
Da non perdere. Una porzione di churros fritti sul momento al mercato.

Finito il giro del mercato non perdetevi un giro nella città di Teguise, la cittadina prende il nome della principessa Teguise, figlia di Guadarfia ,ultimo re aborigeno prima dell’arrivo dei conquistatori. É uno degli insediamenti più antichi di tutte le isole Canarie. Fu anche la principale residenza dei Senores delle Canarie e capitale dell’isola fino al 1852. Le stradine di ciottoli, i muri bianchi delle casette, le porte verdi, le palme gigantesche ti fanno immergere nell’atmosfera di vacanza che regna su tutta l’isola. L’architettura ci ricorda il suo passato ecclesiastico e conventuale, infatti di sicuro noterete nella piazza centrale della città che spunta tra le palme la Chiesa Matriz de Nuestra Señora de Guadalupe , una chiesa sfortunata, saccheggiata ben quattro volte e perde il suo archivio parrocchiale nel 1909 per colpa di un incendio.
Per una vacanza più lunga vi consiglio di dedicare a questa piccola cittadina una giornata intera. Potete visitare anche il Castello di Santa Barbara con al suo interno il museo dei pirati. Sempre qui si trova anche il museo dell’aloe vera, dove potete capire perché questa pianta viene tanto coltivata sull’isola e i suoi benefici per il corpo e pelle.
Al pomeriggio esplorate le spiagge dorate della Costa Teguise, a qualche minuto in macchina dalla cittadina di Teguise. Sia Playa de las Cucharas che Playa Jablillo sono molto comode per un pomeriggio di relax. La sabbia è dorata e fine, intorno alle spiagge ci sono vari ristoranti e bar per bere una birra rinfrescante o cenare.
Jardin de Cactus
Continuiamo la giornata visitando il Giardino dei Cactus. Il giardino è un’altra opera dell’artista Cesar Manrique, l’ultima opera dell’artista dedicata al turismo dell’isola. Il giardino è stato creato dentro una cava di cenere vulcanica, ha una forma ad anfiteatro con vari livelli ricoperti da frammenti di lava vulcanica e una passerella in pietra vulcanica che vi guiderà alla visita.
Cercate il vostro preferito tra 10 mila piante di cactus appartenenti a 1.400 specie di cactus diverse, da quelli piccolini e paffuti a quelli lunghi e snelli, oppure quelli con i fiori o con spine lunghe ben 10 cm. In cima all’anfiteatro c’è anche un vecchio mulino, salite in cima sul terrazzino e ammirate il giardino de cactus dall’alto. Al bar del giardino propongono anche un piatto alquanto insolito. Il burger di Cactus…provare per credere!
La Geria -Le vigne di Lanzarote
Non c’è modo migliore di finire questa vacanza che con un buon bicchiere di vino. O forse più di uno perché vi porto con me a fare una degustazione di vini. Forse Lanzarote o le isole Canarie non sono proprio il paesaggio che vi viene in mente se vi parlo di una degustazione di vini. Credetemi, la zona protetta di La Geria con visita di una delle sue cantine è una tappa che non può mancare dal vostro viaggio a Lanzarote. La Geria è una zona di più di 5 mila ettari.
Qui vengono coltivate le vigne grazie a un metodo molto ingegnoso. Per permettere alla vite di crescere, viste la mancanza di acqua e il forte vento vengono sfruttate le proprietà dei materiali piroclastici, la superficie si raffredda di notte e favorisce la condensazione filtrando l’acqua verso le radici e durante il giorno soltanto la superficie superiore evapora l’acqua permettendo al suolo di rimanere umido. Intorno alla vite, per proteggetela dal vento vengono costruiti piccoli muretti di pietra a semiluna.

Io ho visitato la Bodegas Rubicon, si può scendere nella cantina dove tengono le botti di vino e nella sala principale potete scegliere i vini per la degustazione. Il costo secondo me è ottimo. Con soli 3,5 € la degustazione avete un piccolo piattino con formaggi e qualche crostino. Vi consiglio di provare i loro moscati, vista la scarsità di acqua delle vigne vulcaniche conferisce al vino un gusto particolarmente dolce. Io ho provato il Rubicon moscatel e rosato, mi sono piaciuti molto, sono dei vini molto dolci e aromatici.
Prendete i vostri calici e sedetevi nel dehor sulla destra della cantina ammirando il panorama dei vigneti. Le centinaia di fossette nella terra dal colore nero carbone creano un paesaggio surreale e lunare veramente unico nel suo genere.
Provate anche il loro ristorante, hanno piatti tipici dell’isola.
Ho scelto la Cantina Rubicon poiché la cantina di fronte (quella più conosciuta ) La Geria era pienissima e mi sembrava troppo turistica. Non mi pento della mia scelta, anzi ho scoperto un posto fantastico senza dover aspettare un’ora per una degustazione di vini!
Su i calici per questa fantastica isola, Lanzarote!
Se vi è piaciuta la guida e avete usato i consigli nel vostro viaggio sarebbe fantastico conoscervi. Potete usare #passport&spaghettiguide su Instagram, mi renderebbe molto felice vedere le vostre avventure a Lanzarote !