Roma la splendida, la città eterna, la città dove tutte le strade portano. La sua fama la precede ma non ci sono parole per trasmettere a pieno la sensazione che si prova davanti alle sue bellezze. Lasciatevi ammagliare dal suo fascino immortale e impressionare dalla sua storia millenaria. I suoi sapori sono forti come le sue radici e avvolgenti come il cuore caldo di mozzarella di un supplì appena fritto. Roma è la città che tutti conoscono e che tutti devono visitare almeno una volta nella vita, due se avete lanciato bene la moneta nella Fontana di Trevi !
Giorno 1
Fontana di Trevi
La prima volta che io abbia visitato Roma era il lontano 2014.Ne sapevo ben poco di come si viaggia veramente ma sapevo di certo che la Fontana di Trevi era una tappa obbligatoria da fare. Potete immaginare la mia reazione quando una volta arrivata lì vidi enormi panelli di legno che coprivano tutta la piazza e il cartello con la scritta “In ristrutturazione”. “Noooo, non ci posso credere! Che delusione!”
Come se non bastasse alle tre di pomeriggio faceva anche un caldo tremendo. Un’esperienza da dimenticare.
Per fortuna come si suol dire “Tutte le strade portano a Roma” e visto che la moneta non l’avevo lanciata a Roma ci dovevo tornare. La me del 2021, con orgoglio posso dire una versione viaggiatrice 2.0 ben lontana da quella del 2014, non solo si è informata se fosse aperta ma era lì immobile a fissare la maestosità della Fontana di Trevi alle 7 del mattino del x agosto 2021.
Questo mi porta al mio primo consiglio di viaggio di questa guida: se volete ammirare la sua bellezza senza dover fare a spintoni o fare la fila per una foto, dovete assolutamente arrivare almeno alle 7 del mattino.
Con la sua maestosità abbraccia tutta la piazza e come una star del cinema cattura ogni sguardo.Il sole illumina il bianco delle statue e le migliaia di monetine luccicano sotto l’acqua.

Penso che oltre la sua indiscutibile bellezza architettonica, quello che fa della Fontana di Trevi un luogo tanto desiderato è l’alone di magia che l’avvolge, sempre pronta ad accogliere i desideri e i pensieri di tutti coloro che credono nel suo potere di esaudirli.
Galleria Sciarra

A pochi passi dalla Fontana di Trevi si nasconde l’elegante Galleria Sciarra. Vi svelo questo cortile unico nel suo genere che vi trasporterà nella Belle époque. Si può accedere alla Galleria da via Marco Minghetti o da Piazza dell’Oratorio. Una volta superate le grandi cancellate di ferro nero capirete perché viene chiamata Galleria. Vi verrà il torcicollo da quanto tempo dovrete passare col naso all’insù per ammirare ogni minimo centimetro dei suoi muri decorati da affreschi.
Il progetto della Galleria fu commissionato nel 1886 dal Principe Maffeo Sciarra all’architetto Giulio De Angelis e al pittore Giuseppe Cellini. Lo scopo della nuova galleria fu quello di collegare il palazzo alla redazione del quotidiano La Tribuna ma anche di rimodernare e adeguare il suo aspetto alle aspettative dell’alta borghesia.
Il tema principale è la “Glorificazione della donna”, le figure femminili dipinte vogliono rappresentare virtù come “La Pudica”, “La Sobria”, “La Forte”, “L’Umile”, “La Prudente”, “La Paziente”, “La Benigna”, “La Signora”, “La Fedele”, “L’Amabile”, “La Misericordiosa”, “La Giusta” abbinate a scene di vita quotidiana borghesi. Lo stile è quello liberty, uno stile che amo tanto.
Ovunque ti giri c’è qualcosa di meraviglioso da guardare e scoprire. Il tutto racchiuso come uno scrigno dalla cupola di ferro e vetro che non solo da un aspetto moderno ma aiuta anche a mantenere i dipinti al sicuro dal maltempo.
È usato dai romani come passaggio pedonale, è ancora una gemma conosciuta da pochi. Ricordate che non è sempre aperta in quanto è un cortile privato e segue gli orari d’apertura d’ufficio.
Parco Villa Borghese
Al parco Villa Borghese ci potete passare anche un intera giornata. Prendetevi una pausa dalla frenesia della città e rifugiatevi in lunghe camminate tra arte e natura. Proprio perché il parco non è soltanto un oasi verde in mezzo alla città ma abbina l’arte alla natura. Al suo interno ci sono monumenti, sculture, fontane e opere uniche nel loro genere come l’orologio ad acqua e il Gigi Proietti Globe Theatre ( una fedele replica del teatro Shakesperiano Globe Theatre di Londra), il tutto circondati da alberi secolari e giardini ben curati.
Di proprietà della famiglia Borghese, venne acquistato dallo Stato italiano nel 1903 e ceduto al comune di Roma per essere aperto al pubblico. All’interno del parco potete noleggiare bici o i risciò.
È veramente troppo grande per essere girato tutto a piedi in una mezza giornata.
Ecco le attrazioni che non dovete perdere :
1- Il tempio di Diana :
Alla fine del Viale Casina di Raffaello vi aspetta questo piccolo tempio che sembra uscito da una favola. Dedicato alla Dea Diana, dea della caccia, protettrice degli animali selvatici e della foresta, questo piccolo tempio vi stupirà con la sua cupola minuziosamente decorata con piccoli animali selvatici e fauna scolpite in rilievo. Il tempio è di origine settecentesca, circolare, completamente circondato da colonne con al centro un piedistallo che purtroppo oggi è vuoto. In passato sul piedistallo poggiava una magnifica scultura della dea Diana con un capriolo, che oggi si trova al Louvre a Parigi.
2-Piccolo laghetto con il Tempio di Esculapio
Incredibilmente romantico, il piccolo laghetto è senz’altro la location perfetta per una foto instagramabile. Qui potete noleggiare una barchetta e sentirvi protagonisti di una di quelle scene romantiche da film. Circondato dal verde degli alberi che incorniciano il lago, tra anatre e altri uccelli che svolazzano sul lago e il grazioso Tempio di Esculapio (dio della medicina) che abbellisce la vista. Venite qui al tramonto.L’effetto wow è garantito!
3-L’orologio ad acqua:
Circondato da palme esotiche dal verde intenso, l’orologio ad acqua del parco Villa Borghese spunta come un cimelio uscito da una storia di altri tempi in mezzo al parco. I fan di Stranger Things noteranno la somiglianza con il fatidico orologio di Vegna e il suo vezzo di apparire nei luoghi meno probabili.
Dovete sapere che questo orologio è unico nel suo genere. È l’ unico idro-cronometro in Italia, risale al 1867 e fu ideato dal frate ligure Giovanni Battista Embriaco. Funziona grazie ad un meccanismo ingegnoso che sfrutta il sistema di contrappesi. Due piccole vaschette a forma di foglia foglia allungata vengono riempite con un getto d’acqua una alla volta, le vaschette oscillano come le braccia di una bilancia, questo movimento crea una forza idraulica che fa muovere le lancette e il pendolo. L’orologio ha segnato il tempo per i visitatori del parco del parco per più di quarantanni per poi fermarsi a causa della mancata manutenzione. Per fortuna nel 2017 l’amministrazione locale ha ripreso la sua manutenzione ed ad oggi l’orologio è di nuovo funzionante.
Non saltatelo, vi stupirà sicuramente !
Se volete vistare anche la Galleria Borghese, dedicate al parco un’intera giornata. L’ingresso al parco è ovviamente gratuito soltanto l’entrata per la Galleria Borghese è a pagamento. Vi consiglio di prenotare i biglietti in anticipo (link nella info box), altrimenti rischiate di non trovare posto in giornata e dover ritornare.
Giorno 2
Ho deciso di dedicare il secondo giorno tutto alla scoperta dell’antica Roma. Potete visitare il Colosseo , il Foro e il Palatino con un unico biglietto. Scegliete tra le tre opzioni presente sul sito (link nella info box). Fate attenzione al biglietto se volete visitare anche i sotterranei del Colosseo, il Full Experience non basta , ma bisogna acquistare il Full Experience+Sotterranei e prenotare in anticipo la vostra visita. L’opzione migliore e di prenotare i biglietti e la vostra visita prima della partenza così evitate di rimanere delusi quando vi diranno che non ci sono più posti per visitare i sotterranei.
Durante i mesi estivi fa molto caldo, portatevi con voi dell’acqua fresca perché all’interno del Foro non c’è modo di comprarla e il negozio di souvenir del Colosseo aveva finito l’acqua già alle undici del mattino.
Colosseo

Siete stati veramente a Roma senza aver visitato il Colosseo ? Io direi proprio di no. Diventato simbolo della città eterna, il Colosseo continua a lasciare a bocca aperta milioni di turisti ogni anno.
Una volta scesi in arena potete immaginare quello che i gladiatori provavano e vedevano quando entravano in campo per combattere e intrattenere i quasi 70 mila romani che ogni giorno venivano al Colosseo per guardare gli spettacoli.Immaginate come sarebbe stato trovarvi davanti ad un leone o ad un altro gladiatore e le urla di tutta quella gente che arriva da tutte le parti, dai bambini ai più anziani. A quei tempi si aveva una concezione della violenza e della morte molto diversa da quella che noi abbiamo oggi. Vi mette paura vero?
Una visione ben diversa si ha una volta saliti sulle balconate dove in passato si sedeva il pubblico romano, Guardando in basso verso l’arena, l’unico pensiero di chi occupava questi posti era di essere intrattenuti e divertirsi. Infatti è proprio questo lo scopo principale per il quale il Colosseo è nato. L’imperatore Vespasiano cercava un modo per conquistare l’approvazione dei suoi cittadini in seguito alla sua recente salita al potere, tenendo occupato quel grand numero di romani che ai tempi vivevano di rendita dell’impero.
Ma che cosa ha di così speciale il Colosseo? Cos’è che ha affascinato un mondo intero? A mio parere non sono soltanto i suoi 50 metri di altezza, i 10 anni di lavoro per la costruzione, i più di 50 mila lavoratori impiegati per la sua riuscita o i suoi 240 archi esempio di un’ingegneria architettonica senza uguali ma è la dimostrazione del potere e desiderio di magnificenza che l’impero Romano aveva e voleva dimostrare al mondo intero. Niente era impossibile, quello che i romani desideravano diventava realtà. Penso che sia questo ciò che rende il Colosseo unico nel suo genere.
È una porta sul passato glorioso di un Impero al quale nulla era impossibile.
Sebbene noi oggi rimaniamo a bocca aperta di fronte alla sua maestosità, per capire veramente quello di qui l’impero Romano era capace dovete sapere che quello di adesso è soltanto lo scheletro della struttura iniziale. Infatti durante il medioevo cade in rovina, fu saccheggiato e il marmo che ricopriva la facciata, i panelli di bronzo posti al ultimo piano per farlo luccicare sotto i raggi del sole, i suoi colori e le sue ben 160 statue poste sotto gli archi principali, venne tutto portato via per costruire la Basilica di San Pietro e altri edifici civili.
Girovagate tra le sue balconate e immaginate come sarebbe stata la vostra vita se foste nati nell’antica Roma. Consiglio numero due: Non cercate, di staccare un pezzo delle sue mure e intascarvelo come souvenir.(Purtroppo ho visto succedere anche questo). Il Colosseo viene visitato da più di un milione e mezzo di persone all’anno se ognuno ne prendesse un pezzo da portare a casa, non rimarrebbe più niente da visitare. La bellezza non va posseduta ma ammirata .
Foro Romano
Quello che oggi vediamo purtroppo è solo un vago ricordo del Foro Romano. Nato su una palude, immaginate lo sforzo e l’impegno voluto per trasformarlo in una delle aree più importanti, “il cervello dell’impero”.
Il foro romano lasciava chiunque entrasse a bocca aperta. C’erano grandi templi che onoravano la gli dei ma anche gli imperatori, marmi di tutti i colori provenienti dalle province romane conquistate in tutto il mondo, enormi colonnate bianche e strade piene di bancarelle di gioielli e cibo. Un salto al foro romano era d’obbligo per i cittadini romani, qui si veniva per questioni politiche, economiche ma anche per incontrare le persone importanti dell’epoca e sentire gli ultimi pettegolezzi dell’aristocrazia. Sulle bianche vie di marmo vi sarebbe capitato di vedere queste piccole carrozze trasportate a mano dagli schifaci, erano le carrozze dell’aristocrazia . Avevano addirittura qualcuno che caminava fuori a fianco alla carrozza e raccontava attraverso la finestra quello che stava succedendo sulle vie del Foro Romano.
Palatino
Il Palatino uno dei sette colli di Roma è di sicuro uno dei più importanti della città. Proprio per questo non potete andare via senza visitarlo. Grazie al biglietto Full Experience, l’immersione nella storia dell’antica Roma può continuare con la visita al Palatino. Il colle conosciuto quasi da tutti per essere stato la sede dove una volta sorgeva il palazzo imperiale e le dimore dei personaggi più illustri di Roma, residenza degli imperatori romani con giardini lussureggianti, templi di marmo, mosaici, affreschi e lussuose case con giardini interni, una vera città nella città.
Augusto scelse il colle, luogo simbolo della fondazione di Roma, come sede della propria abitazione, costituita da diversi edifici, tra cui anche la Casa di Livia. Ancora oggi potete ammirare i colorati affreschi che si sono conservati sulle pareti della Casa di Livia, è impressionate la qualità degli affreschi, i colori sono rimasti vivi sebbene siano passati migliaia di anni. Il colle è diventato poi sede dei successivi palazzi imperiali: la Domus Tiberiana, la Domus Transitoria e poi la Domus Aurea, e infine la Domus Flavia, divisa in un settore pubblico e in uno privato, conosciuta con il nome come Domus Augustana. Ancora oggi la parola che noi usiamo tutti i giorni per rappresentare “casa” è lo stesso termine “palazzo” che deriva dal Palatium latino, a sua volta derivante da Palatino. Da allora la parola Palatium iniziò a indicare il “palazzo” per eccellenza, inteso principalmente come residenza imperiale e poi come nome comune, presente in tutte le lingue europee.
Con la mia visita al Palatino ho scoperto l’altra ragione, meno conosciuta, del perché il Palatino è cosi importante per la storia dell’antica Roma. Secondo la mitologia romana, il Palatino fu il luogo dove Romolo e Remo sono stati trovati dalla Lupa e tenuti in vita allattandoli nella “Grotta del Lupercale”(di recente localizzata).Fu proprio qui che Romolo , una volta diventato adulto, decise di fondare la nuova città. La casa Romuli effettivamente era una capanna ricostruita e restaurata più volte, situata nell’angolo nord-ovest della collina, dove poi sorse la casa di Augusto. Grazie ad alcuni scavi del 1946 , sono stati trovati in questo sito resti di capanne dell’età del Bronzo.

Rione Monti
Rione Monti o Rione dei Monti prende il suo nome proprio dai “3 monti” che lo circondano l’Esquilino, il Viminale, e parte del Quirinale. Le vie tra le villette coperte di edera, i negozi di piccoli commercianti e artigiani, i negozi vintage e ristoranti slow food conservano ancora il fascino della Roma degli anni’60. Il punto principale del quartiere è la Piazza della Madonna dei Monti, punto di ritrovo non soltanto dei turisti ma anche dei locali. Le vie del quartiere di notte prendono vita con l’apertura dei locali per l’aperitivo. Tra un aperitivo e l’altro le sue vie si accendono. I locali hanno uno stile semplice, posso dire anche grezzo, uno stile che però con il giusto tocco di classe dato dalle ghirlande di luce diventa “hipster e alla moda “. I tavolini vengono aggiunti sempre più in là sui marciapiedi e le vie pedonali si trasformano in salottini a cielo aperto.
A fare da sottofondo sono le risate e chiacchierio in varie lingue straniere. É proprio in questo il quartiere nel quale ho scelto di alloggiare. Ve l’ho consiglio perché è tranquillo di giorno e non dovete allontanavi troppo di notte per trovare un locale dove fare aperitivo. Vista la sua posizione centrale e la zona perfetta per evitare di perdere tempo nel traffico di Roma, scendendo su via degli Annibaldi in pochi minuti sarete davanti al Colosseo .
Giorno 3
Campo de' Fiori

Se nel sentire il nome già vi immaginavate di saltellare tra incantevoli fiori in un campo aperto, cancellate quest’immagine dalla vostra testa, perché non vi porterò in chi sa quale campo fuori Roma ma semplicemente nella Piazza Campo de’ Fiori in pieno centro di Roma. Infatti gli unici fiori che troverete sono quelli delle bancarelle del mercato che si svolge qui ogni giorno. Fiori, centrifugati, confezioni di pasta ,sughi e frutta secca sono solo alcuni dei prodotti che potete trovare qui. Nel ‘400 qui c’erano veramente dei campi di fiori e orti e da allora il nome è rimasto immutato. C’è anche una leggenda, che racconta che il nome della piazza deriva da Flora, la donna tanto amata da Pompeo.
Anche il quartiere intorno prende il nome della alla piazza, rione Campo de’ Fiori. Sin dal passato luogo d’incontro mercantile, qui si tendeva il mercato dei cavalli due volte a settimana. Oggi potete girovagare per le stradine vicine che ricordano i mestieri e le botteghe un tempo presenti qui: Via dei Cappellari, Via dei Chiavari o Via dei Baullari.

Ma dovete sapere che la piazza di Campo de Fiori ha anche un passato tragico. Non fu sempre sede del mercato, infatti nel 1600 qui venivano eseguite le esecuzioni degli eretici da parte della chiesa. Avrete sicuramente notato l’imponente statua in mezzo alla piazza.
Essa ricorda il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, che fu bruciato vivo poco lontano dal centro della piazza perché accusato di eresia. La statua fu installata grazie al impegno di un comitato di studenti universitari del 1876 che con l’appoggio di vari intellettuali di spicco dell’epoca come ad esempio Victor Hugo, riuscirono a contrastare la forte ostilità del mondo ecclesiastico a tale richiesta. Che sia una caso o meno, Campo de’ Fiori è l’unica piazza storica di Roma dove non è presente una chiesa.
Di sera i banchi del mercato lasciano spazio ai tavolini dei ristoranti. La piazza si movimenta e si riempie del chiacchierio delle persone in cerca di un aperitivo o una cena con gli amici.
Pantheon
Che cosa siamo noi se non un granello di sabbia nell’infinità dell’universo.
È proprio questa sensazione che i romani volevano ottenere con la costruzione del Pantheon e una volta entrati capirete che ci sono riusciti benissimo. Superate le 16 colonne di granito grigio e rosa di assuan (Egitto) del pronao si arriva al portone di bronzo alto ben 7 metri che già al epoca fu un vero record. Oltre a queste porte si apre una meraviglia dell’architettura, ci si ritrova di colpo in mezzo ad enorme ambiente vuoto che ci fa sentire molto piccoli. Tale effetto fu volutamente creato attraverso la magnificenza del Pantheon per ricordare a noi comuni mortali la sensazione che si prova di fronte alle divinità. Era un tempio dedicato a tutte le divinità, per questo la sua forma tonda, le statue erano poste ai lati e non esisteva una posizione privilegiata. Dai colori ai marmi è rimasto tutto invariato ed è esattamente come lo vedevano i romani 19 secoli fa. State camminando sullo stesso marmo sul ha camminato l’imperatore Adriano e tanti altri importanti personaggi della storia del mondo.

Fu fatto costruire dal imperatore Adriano nel 118 dc e la sua realizzazione durò 7 anni. Un monumento rivoluzionario dal punto di vista architettonico. Se prima i tempi avevano un aspetto esterno imponete perché il loro interno era segreto, avevano accesso soltanto i sacerdoti, con il Pantheon si ha una rivoluzione, l’esterno è semplice ed è l’interno che deve stupire.
Come si fa a non rimanere senza fiato di fronte alla cupola di oltre 43 metri di diametro. Guardando in alto noterete l’oculus, una delle particolarità della cupola, con un diametro di ben 9 metri. Una curiosità che dovete sapere e che il 21 aprile a mezzo giorno attraverso il l’oculus la luce del sole crea un raggio che inquadra perfettamente la porta del tempio .
La visita al Pantheon è una tappa che non può mancare nel vostro itinerario. Sebbene in passato sia nato come tempio pagano ad oggi il Pantheon celebra il culto cristiano quindi bisogna avere spalle scoperte e un abbigliamento adeguato. Se visitate il il Pantheon d’estate vi consiglio di portare un sciarpa per coprirvi le spalle altrimenti non vi faranno entrare.
Piazza Navona

Appena arrivati in Piazza Navona si percepisce la sua maestosità, il suo stile barocco, i suoi ampi spazi e il suono vivace dell’acqua che anima la piazza in ogni momento della giornata e della notte. Quando si dice che a Roma si respira la storia nell’aria, qui a Piazza Navona non può esserci una frase più azzeccata di questa.
Sotto questa sua apparenza barocca, proprio sotto ai vostri piedi Piazza Navona nasconde un segreto conosciuto da pochi, un segreto che racconta il perché del suo nome e la sua particolare forma.
A differenza di tante piazze italiane, che sono principalmente rettangolari, notate la particolare forma che contraddistingue Piazza Navona. La sua forma è allungata, racchiusa ai lati da due semicerchi, come un enorme stadio allungato. Proprio la sua forma ci racconta la sua storia, ovvero che qui quasi due mila anni fa ci fu il primo stadio in muratura della Roma antica. Sotto la piazza infatti si trovano i resti dello Stadio di Domiziano che risalgono al 86 d.c e che ancora oggi potete visitare. Questo tesoro( il sito archeologico è patrimonio mondiale UNESCO)si trova sepolto al di sotto di Piazza Navona.
Lo stadio aveva una capienza di circa 20 mila spettatori, posto sul Campo Marzio(area da sempre destinata agli addestramenti militari) fu la prima sede a Roma dedicata ai combattimenti tra gladiatori e allo sport agonistico e primo esempio di stadio in muratura della Roma antica. Un concetto d’ispirazione greca dove venivano fatte gare di tutti i tipi, dall’atletica (gare di corsa con atlete donne ) ma anche musica, scultura e componimento in versi. Infatti il termine gara in greco è “agon” e i romani parlavano delle gare dello stadio come “le agones”, da qui deriva il nome della piazza perché “in agones” è diventato “in navona” e poi Navona.
Una delle cose migliori di Piazza Navona è la possibilità di osservare la gente e di immergersi nell’atmosfera. Sedetevi in uno dei caffè all’aperto e ordinate un cappuccino o un espresso mentre osservate il mondo che passa. Vedrete gente del posto e turisti, che si godono la splendida cornice e l’atmosfera vivace della piazza.
Nella info box i dettagli per visitare Piazza Navona Sotteranea.
Giorno 4
Mercato Testaccio
Ci allontaniamo dalle solite mete culturali per una meta gastronomica. Il mercato di Testaccio è una chicca che svelo a tutti voi amanti dello street food.
Ristrutturato di recente, l’architetto Marco Rietti ha dato al mercato un impronta minimale e contemporanea. Le travi di ferro dipinte di bianco insieme alla copertura di vetro creano una zona luminosa e moderna e allo stesso tempo riparano il mercato dal maltempo.
Dalle bancarella di frutta e verdura ai vestiti ma sopratutto quelle di cibo da strada, quel tipo di cibo da mangiare veloce al volo ma che conserva tutti i gusti della cucina tradizionale romana. Riempitevi la pancia con i sapori romani, perché nella prossima tappa, i musei vaticani, vi aspettano almeno 2 ore di camminata.
I box da non perdere :
Il mio preferito Mordi e Via (box 15)—Proprio come dice il nome, il concept dietro questo banco di cibo da strada è di offrire la possibilità di assaggiare i gusti tradizionali della cucina roamana non soltanto seduti a tavola ma anche al volo in un panino. VI racconto come avviene la meraviglia… Una morbida ciabatta viene aperta a metà e intinta nel brodo, poi dal banco vetrina avete l’imbarazzo della scelta per la farcia del vostro panino, che sia il lesso di scottona, il picchiapò,il carciofo alla romana, la trippa o le famose polpette di bollito. Tutto non solo da leccarsi i baffi ma anche le ditta.
Se anche trovate un po di fila, aspettate, ne vale sicuramente la pena!
Da Zi Pitta—per un assaggio della tipica pinsa romana.
Casa Manco—pizza con 100 ore di lievitazione e farine bio e semi integrali
Food Box—supplì e specialità romane

Musei Vaticani
Con una media giornaliera di 30.000 visitatori e aperti al pubblico da ben 250 anni, i Musei Vaticani sono sicuramente il posto che dovete vistare almeno una volta nella vita.
I musei inizialmente erano soltanto una collezione privata dei Papi. Quando in un vigneto di Roma viene ritrovata la famosa statua il Gruppo del Laocoonte, viene subito acquistata da Papa Giulio II e un mese dopo l’opera venne anche esposta al pubblico. Diventa una tappa importante del allora famoso Grand Tour e i suoi partecipanti girovagavano meravigliati nello stesso cortile ottagonale dove anche noi possiamo ammirare l’opera oggi. Preparate le vostre scarpe comode perché il percorso completo è lungo ben 7 chilometri, si avete letto bene, 7 chilometri di arte che varia da opere egizie ed etrusche, più di 4 mila statue di bronzo e marmo, intere stanze affrescate dai più famosi pittori fino ad arrivare ovviamente alla famosa Cappella Sistina. Se non volete fare il percorso intero c’è anche una versione breve che dura all’incirca la metà e vi porterà alla Cappella Sistina saltando alcune mostre del museo.
I musei si aprono su un grande cortile, il cortile della Pigna, il nome è dato dalla enorme struttura in bronzo alta ben 4 metri, posta su uno dei lati del cortile. Qui c’è anche il ristorante del museo, fermatevi qui per un pranzo al volo o fate una pausa dalla lunga camminata con un aperitivo rinfrescante.La visita ai Musei Vaticani durerà almeno tre ore, io mi sono fermata per ben cinque. Quindi considerate di dedicare metà giornata per poterli visitare con calma. Vi consiglio di fare una pausa tra una galleria e l’altra prendendo un aperitivo nel bar del cortile interno.Se visitate i musei durante agosto un bel aperitivo giacchiato sarà la vostra salvezza.
Da non perdere:
Galleria delle carte geografiche. Lunga 120 metri, larga 6, 40 carte geografiche dell’Italia di allora, tutte opera di Ignazioni, Gregorio.
Stanze di Raffaello: Una volta l’appartamento privato di Papa Giulio II, sono diventate oggi una delle attrazioni principali dei Musei Vaticani. Commissionate dal Papa a Raffaello, il giovane artista ci lavorò dal 1508 al 1520, anno della sua prematura morte.
La più famosa è certamente la Stanza della Segnatura, che ospitava una volta la biblioteca privata di Giulio II. I quattro affreschi della stanza rappresentano le quattro principali discipline del sapere: la Disputa del Sacramento (Teologia), la Scuola di Atene (Filosofia), il Parnaso (Poesia) e Virtù e Legge (Giurisprudenza).
Scala elicoidale
Questa spettacolare scala a chiocciola elicoidale si trova alla fine del percorso di visita verso l’uscita dai Musei. Progettata da Giuseppe Momo nel 1932, la scala offre ai visitatori un ultimo saluto scenografico grazie alla sua particolare struttura a doppia spirale elicoidale e le decorazioni in bronzo che circondano tutta la rampa. Fotografatela sia prima di scendere che dal basso, l’effetto wow è garantito !
Giorno 5
Piazza di Spagna
L’ultimo giorno non può mancare una visita alla famosa Piazza di Spagna, circondata da negozi di lusso e caffetterie eleganti.
Con i suoi 135 scalini in marmo la scenografica scalinata Trinità Dei Monti domina sulla piazza. Dal basso verso l’alto la scalinata con la sua famosa forma a farfalla si allarga e si restringe portando l’occhio del visitatore verso la chiesa posta alla sua cima, la Chiesa Trinità dei Monti.La chiesa è un bellissimo esempio di architettura barocca italiana, con la sua facciata ornata e l’imponente cupola. Su e giù per le scalinate centinaia di turisti scattano foto da tutte le angolazioni.
Questa grande scala in marmo, su tre livelli, è adornata da numerose terrazze, che dalla primavera sono splendidamente decorate con vasi di buganvillee che aumentano l’effetto scenico delle prospettive.
Prende il suo nome dal Palazzo di Spagna, sede dell’ambasciata spagnola presso la Santa Sede. Il quartiere che la circonda è stato da sempre sede di varie delegazioni che avevano interessi diplomatici o economici con lo Stato Pontificio. La zona è sempre stata frequentata da stranieri che una volta arrivati a Roma con il grand tour si innamorarono della sua bellezza e vollero viverci.
Questo carattere cosmopolita si riflette nei negozi di lusso che circondano la piazza, nelle caffetterie eleganti ma soprattutto dalle caffetterie storiche.Per assaporare il fascino delle caffetterie letterarie di una volta vi consiglio di fare un salto al Babingtons(aperto dal1893) e l’Antico Cafe Greco(aperto dal 1760) che da sempre hanno ospitato dibattiti letterari e hanno rappresentato un punto d’incontro per intellettuali di tutto il mondo. Al loro interno sono esposte ben oltre 300 opere d’arte che potete ammirare sorseggiando un caffè .

Fontana della Barcaccia
Sotto commissione di Papa Urbano VIII Barberini nel 1626, la fontana della Barcaccia viene creata ai piedi della Chiesa Trinità dei Monti, per distrarre l’occhio dalla fangosa discesa che portava alla chiesa e per permettere ai romani di usare l’Acquedotto Vergine che attraversa la piazza. La leggenda dice che Pietro Bernini, abbia preso l’ispirazione dalla grande alluvione del 1598 che portò ai piedi della Chiesa una delle barche che i mercanti usavano per trasportare merci.
La sua forma e posizione e il suo nome “barcaccia” ci farebbe credere che tale leggenda sia vera, infatti sembra una barca che sta per affondare, con l’acqua che strabocca e che fuoriesce dai trafori. La sua forma è in realtà dovuta in grand parte a una difficoltà tecnica ovvero la bassa pressione dell’acqua in quel punto della città, che non ha permesso di creare una fontana con zampillo. Ai lati della fontana sono posti due piccole piazzole per permettere ai cittadini di prendere l’acqua.
Piazza del Popolo

A pochi passi da Piazza di Spagna si trova un’altra famosa piazza romana, Piazza del Popolo. Anticamente qui si trovava l’ingresso principale dell’Impero Romano durante i secoli diventò il luogo principale per le esecuzioni pubbliche.Grazie alla sua forma e ampiezza spesso diventa palcoscenico per importanti eventi della città. Come vedete dalla foto quando io ho visitato Roma venivano proiettate le partite del UEFA Festival.
Piazza del Popolo ospita una serie di monumenti architettonici che meritano una visita. Uno dei più notevoli è la Porta del Popolo, anticamente chiamata Porta Flaminia, costruita all’inizio del XVI secolo come parte delle mura difensive della città. La porta è decorata con sculture e iscrizioni ed è un bellissimo esempio di architettura rinascimentale.
Un altro importante monumento architettonico della piazza è Santa Maria del Popolo, una chiesa costruita nell’XI secolo. La chiesa è nota per la sua bella facciata e per i suoi interni, che contengono diverse opere d’arte importanti, tra cui dipinti di Caravaggio. La chiesa ha anche un bellissimo cortile circondato da colonnati ed è un luogo popolare per i visitatori per riposare e rilassarsi.
Oltre a questi punti di riferimento, la piazza ospita anche gli obelischi egiziani, portati a Roma nel XIX secolo. Questi obelischi furono originariamente collocati nell’antica città di Eliopoli in Egitto e sono decorati con iscrizioni geroglifiche. L’obelisco Flaminio, alto circa 24 metri, fu spostato dal Circo Massimo per ordine di Sisto V nel 1589; fu il primo obelisco a essere trasferito a Roma, al tempo di Augusto, per celebrare la conquista dell’Egitto.
Terrazza del Pincio
“Tu non sai quanto ti voglio bene
Ci vedo da vecchie a bere
Col tuo sguardo di sguincio
Sul terrazzo del Pincio
Che mi offri un abbraccio mentre io do di matto
Severa come una strega che fa congetture e prega
Per la sua piantina ch’è rimasta nel vaso
Ma dà mille frutti con cui farci un gelato
Che sono trent’ anni che lo mangio
Anche quando è più aspro
Mi basta un abbraccio… ”
Fa così una delle mie canzoni preferite di Margherita Vicario. Da ascoltare o cantare a squarcia gola una volta arrivati in cima alla città, sul terrazzo del Pincio. Il sole che tramonta sui tetti della città, eccola qui la Roma eterna, la splendida.Uno di quei momenti dove il tempo si ferma, la musica di sottofondo vi fa venire voglia di ballare e se potreste osservarvi dal esterno sarebbe come vedere la scena di un film, nel quale voi siete il personaggio principale che sta per stravolgere la propria vita.
Visitate Roma con questo “main character vibe “, perché dove se non a Roma potete sentirvi come se stessero girando la vostra vita in un film?
